Tracce Urbane n°12
Repositioning the public in the social innovation debate. Reflections from the field
Elena Ostanel
Giusy pappalardo
Università sapienza editrice
Tracce Urbane 12
12 / 2022, pp. 181 – 203
DOI: 10.13133/2532-6562/18120
© Ostanel, Pappalardo
ISSN 2532-6562
Open Access
download
KEYWORDS: social innovation; territorial development; strategic planning.
PAROLE CHIAVE: innovazione sociale; sviluppo territoriale; pianificazione
ABSTRACT
In urban studies, social innovation mainly means voluntary, non-statutory, citizen-led, or community-led initiatives implemented to respond to unmet or new social needs. Social innovation has been applied to many urban regenerations and territorial development initiatives, but in many cases overestimated its potential to come up with progressive solutions alone without the support of public action. In the paper, by critically discussing the case of the Simeto area in Sicily, we claim a shift from the concept of social innovation to the one of public innovation, and we assume social innovation as a social and territorial construct that requires to be mobilised ad hoc within particular spatial and institutional settings. From a strategic planning perspective, this process should involve the creation of trading zones, boundary objects, and agonist democracy, allowing specific and context-based interactions among community-based initiatives and institutions at different levels.
Negli studi urbani il concetto di innovazione sociale è stato ampliamente utilizzato per descrivere l’insieme delle iniziative dal basso che rispondono a bisogni non presi in carico dalle istituzioni o non ancora espressi dalla società. L’innovazione sociale è stata utilizzata per descrivere diverse forme di rigenerazione urbana e sviluppo territoriale dal basso, ma spesso sovrastimandone l’efficacia senza il supporto dell’azione pubblica. Il paper, discutendo criticamente il caso del Simeto in Sicilia, sostiene che sia necessario passare dal concetto di innovazione sociale a quello di innovazione pubblica e considera l’innovazione sociale come un costrutto territoriale che può essere mobilitato in specifici contesti spaziali e istituzionali. Per la pianificazione strategica questo significa poter creare specifiche trading zones, boundary objects o pratiche di pianificazione agonistica e permettere forme di interazione tra iniziative dal basso e istituzioni a diversi livelli.